Marijuana e fashion
Nulla è più trasgressivo e anticonformista della moda che diventa ambasciatrice di messaggi d’impatto per la società odierna. Il simbolo della canapa è, oggi, il fil rouge che lega le più imponenti case di moda e i designer pret-à-porter, i quali hanno sposato, in maniera schietta, l’idea pro marijuana.
Tra questi, occorre menzionare la famosa stilista Mara Hoffman che ha tessuto foglie di cannabis sui suoi maxi vestiti e pantaloni. Ma la bramosia di intessere per il simbolo della cannabis ha coinvolto e travolto, letteralmente, anche, tanti altri volti dell’alta moda internazionale e personaggi “very important people” che si sono offerti come testimonial per un “green project”.
Sheherazade Goldsmith, designer green e co-fondatrice del marchio di gioielli Loquet London, ha affermato in una sua recente intervista che per lei la foglia di canapa è un simbolo di rivoluzione e cambiamento.
La designer di gioielli di lusso Jacquie Aiche, ad esempio, ha fondato la sua omonima linea nel 2007, ispirandosi al motivo della foglia di canapa.
La sinuosa forma della foglia è rintracciabile in orecchini ricoperti di diamanti, in collane, anelli e pochette realizzate con pelle di serpente, delle quali Rihanna, Kendall Jenner e altri esponenti famosi come l’attivista Bianca Barnhill non possono più farne a meno.
Dai gioielli allo sport: quando si dice che “ce n’è per tutti “.
Jeremy Scott, il designer della nota casa di moda Moschino, nel 2012, lanciò il logo dell’Adidas in versione cannabica, sorprendendo ed entusiasmando la “fashion community”.
Alexander Wang seguì questa tendenza, incorporando disegni in bianco e nero della foglia sulla sua collezione di autunno 2016.
Mentre il primo grinder (sminuzzatore che consente un fumo più puro) griffato è stato quello di Vetements (by Demna Gvasalia), sold out in un giorno.
E dalla riproduzione di stampe a forma di marijuana si passa alla realizzazione di capi interamente prodotti con fibra di canapa.
La designer Deborah Lindquist, appellata con il soprannome di “regina verde”, famosa per aver realizzato numerosi oggetti di lusso e capi d’abbigliamento per le Pussycat Dolls e Pink, ha dedicato una sua linea alla “Maria” producendo, fra l’altro, vestiti in tessuto di canapa, pur non essendosi mai dichiarata un’aperta sostenitrice della marijuana.
Proprietà benefiche della fibra di canapa
Ma perché la fibra naturale di canapa è entrata a far parte del “business modaiolo”?
Innanzitutto, perché la canapa è una pianta altamente sostenibile, non richiede pesticidi e non necessita di alcuna sostanza chimica per svilupparsi.
In secondo luogo, la fibra di canapa è la più resistente fra le fibre naturali e questo permette che venga impiegata, frequentemente, per la realizzazione di jeans e scarpe. E udite, udite donne: a differenza del lino la canapa ha la caratteristica di creare delle pieghe meno incisive sui vestiti, il che significa prendere il ferro da stiro molto meno.
Ancora, è antibatterica, assorbe minimamente gli odori ed è altamente traspirante: infatti riesce a mantenere la temperatura corporea di chi la indossa.
Al di là delle proprietà benefiche della fibra, il mondo del tessile e del lusso sta, via via, includendo nel proprio bagaglio culturale e concettuale, la rivoluzionaria idea che si possa lanciare un messaggio di accettazione, sempre più forte, attraverso l’esibizione sfrontata della marijuana sulle proprie collezioni. Il merchandising della cannabis si apre, così, una strada più ampia destinata a farsi largo fra coloro che scelgono di essere “out”, ma con stile.